Le collane delle donne ugandesi per pagare i macchinari diagnostici nel Medical Centre
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- Domenica, 31 Maggio 2015
La produzione rientra nei canoni dell’artigianato territoriale, così largamente evidenziato anche dall’Expo 2015 e da altre iniziative in corso nel nostro Paese che, in qualche modo, fanno riferimento al cibo e alla ruralità delle singole aree territoriali.
Il dottor Francesco Coggiola, presentato ai soci del KiwanisClub di Vercelli dall’urologo dottor Ezio Barasolo, nella conferenza sul Benedict Medical Centre ha anche inquadrato l’Uganda da un punto di vista geopolitico. Lo stato, lambito ad est dal Lago Vittoria, è incuneato tra il Sudan, il Congo, il Kenya e la Tanzania. Coggiola ha annotato che il paese è una testimonianza di contraddizioni: impostazioni urbanistiche occidentali e tanta povertà che si riverbera sulla popolazione. L’età media non va oltre i 50/54 anni. E su mille bambini, circa il 67% muore nell’infanzia. Negli anni Sessanta scorsi, dopo periodi storici burrascosi le opere di padre Calabrini, accanto a quelle pubbliche, hanno dato molto spazio agli interventi sanitari privati cui, volontaristicamente concorrono il dottor Francesco Coggiola e i suoi colleghi che a turno raggiungono Kampala e i centro neonatale. Importante per loro è assicurare sempre il funzionamento ai massimi livelli del Benedict Medical Centre nonché assicurando la formazione permanente. Essa si estrinseca nei piani profilattici, in interventi a favore dei minori e in interventi chirurgici che rispettino tutti i protocolli in vigore in Europa. La conferenza di Coggiola con molto garbo ha avuto quale riferimento il dibattito in corso in Italia a proposito dell’immigrazione. La formazione permanente in loco sarebbe un antidoto all’emigrazione di massa che, per la neonatalità, l’ostetrici e la ginecologia si stanno adoperando Francesco Coggiola e i suoi colleghi. I loro intenti sono riassunti da due slogan: We care, noi possiamo. E la frase di Luigi Pintor a proposito della vis di solidarietà: Non c’è in una intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perchè un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi. E’ quello che al Benedict Medical Centre stanno cercando di fare padre Calabrini, Francesco Coggiola e i suoi colleghi temporaneamente dalle colline del Monferrato e dalla risaia vercellese a Kampala, quartiere periferico di Luzira dove è sorta la struttura sanitaria.