Il Museo Leone di Vercelli, isola nel Medioevo

Il notaio Camillo Leone fu attratto da una alabarda medioevale. Il fascino di quello strumento, anche un po’ misterioso, fu così forte che Leone, nato nel 1830 e scomparso nel 1907, decise di farsi collezionista mettendo da parte le scartoffie notarili. Così, passo dopo passo, è nato il museo a lui intitolato, adesso presieduto da Amedeo Corio, un grande intenditore di arte grazie al quale sono anche state pubblicate le memorie del notaio vercellese, impertinenti e, talvolta, “brucianti” per la società borghese cittadina della sua epoca.
Le statistiche museali, affascinanti come l’alabarda, dicono che l’istituzione custodisce 400 manoscritti e 1500 pergamene, tutte medioevali. In altre parole: il Museo Leone, oggi di valore incommensurabile, è un patrimonio per la città, connesso per ragioni statutarie e storiche ad un’altra perla cittadina che è l’ Istituto di Belle Arti fondato a metà dell’800, ugualmente presieduto da Corio.
Giovedì 13 gennaio i “segreti medioevali” del “Leone” saranno in parte svelati per iniziativa del Kiwanis Club di Vercelli, presieduto da Giorgio Pronsati. E a entrare nei molti meandri di questa “isola medioevale” nel cuore del centro storico di Vercelli  aiuterà Luca Brusotto. L’incontro, alla ripresa dell’attività dopo la pausa delle festività natalizie e di principio 2011, sarà al Circolo Ricreativo, in via Galileo Ferraris. Il dottor Brusotto, giovane medioevalista di 38 anni, laureatosi a Torino e specializzatosi in storia medioevale e in paleografia alla Sorbona di Parigi, appartiene alla schiera “verde” dei ricercatori che nel loro lavoro di frequente si riferiscono a Umberto Eco e che operano all’interno delle università piemontesi e lombarde, in particolare dentro la “Amedeo Avogadro” di Vercelli. La vicenda dell’alabarda, all’origine della passione di Camillo Leone e del suo museo, è richiamata da Luca Brusotto. Ma Brusotto, che vive con la famiglia a Crescentino dove anche opera l’Associazione Culturale “le Grange, va oltre nelle spiegazioni sull’importanza della Vercelli medioevale. “Fu proprio Vercelli - egli sottolinea - che nel Medioevo giunse all’apice del suo splendore e Camillo Leone ne era cosciente perché la storia della sua città la conosceva molto bene e considerava  gli oggetti collezionati veri e propri materiali di studio”. Inoltre al “Leone” è custodito l’importante portale di Santa Maria Maggiore, del XII Secolo, circondato dai resti del pavimento a mosaico. Esso raffigura una scena altrettanto misteriosa: due guerrieri, uno di pelle bianca e uno di pelle nera a lato dei quali campeggiano le scritte “Fol” e “Fel”. Inoltre nelle sue sale, fra stemmi e  lapidi iscritte figura anche il prezioso cofanetto appartenuto al cardinale Guala Bicchieri, fondatore della Basilica di sant’Andrea.
Luca Brusotto dal 2009 al Museo Leone è responsabile delle Collezioni Librarie e Storico Documentarie. Egli ha curato la mostra “Jean de Soisy e gli altri”, e con Giovanni Ferraris e Anna Maria Rosso il catalologo della  mostra, in corso, “Gli eroi ritrovati…” dedicata ai 150 anni dell’Unità e voluta da Amedeo Corio anche come impegnativa  iniziativa di grande importanza didattica per gli adolescenti e i giovani.