Il Museo Leone di Vercelli, isola nel Medioevo
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- Giovedì, 13 Gennaio 2011
Le statistiche museali, affascinanti come l’alabarda, dicono che l’istituzione custodisce 400 manoscritti e 1500 pergamene, tutte medioevali. In altre parole: il Museo Leone, oggi di valore incommensurabile, è un patrimonio per la città, connesso per ragioni statutarie e storiche ad un’altra perla cittadina che è l’ Istituto di Belle Arti fondato a metà dell’800, ugualmente presieduto da Corio.
Giovedì 13 gennaio i “segreti medioevali” del “Leone” saranno in parte svelati per iniziativa del Kiwanis Club di Vercelli, presieduto da Giorgio Pronsati. E a entrare nei molti meandri di questa “isola medioevale” nel cuore del centro storico di Vercelli aiuterà Luca Brusotto. L’incontro, alla ripresa dell’attività dopo la pausa delle festività natalizie e di principio 2011, sarà al Circolo Ricreativo, in via Galileo Ferraris. Il dottor Brusotto, giovane medioevalista di 38 anni, laureatosi a Torino e specializzatosi in storia medioevale e in paleografia alla Sorbona di Parigi, appartiene alla schiera “verde” dei ricercatori che nel loro lavoro di frequente si riferiscono a Umberto Eco e che operano all’interno delle università piemontesi e lombarde, in particolare dentro la “Amedeo Avogadro” di Vercelli. La vicenda dell’alabarda, all’origine della passione di Camillo Leone e del suo museo, è richiamata da Luca Brusotto. Ma Brusotto, che vive con la famiglia a Crescentino dove anche opera l’Associazione Culturale “le Grange, va oltre nelle spiegazioni sull’importanza della Vercelli medioevale. “Fu proprio Vercelli - egli sottolinea - che nel Medioevo giunse all’apice del suo splendore e Camillo Leone ne era cosciente perché la storia della sua città la conosceva molto bene e considerava gli oggetti collezionati veri e propri materiali di studio”. Inoltre al “Leone” è custodito l’importante portale di Santa Maria Maggiore, del XII Secolo, circondato dai resti del pavimento a mosaico. Esso raffigura una scena altrettanto misteriosa: due guerrieri, uno di pelle bianca e uno di pelle nera a lato dei quali campeggiano le scritte “Fol” e “Fel”. Inoltre nelle sue sale, fra stemmi e lapidi iscritte figura anche il prezioso cofanetto appartenuto al cardinale Guala Bicchieri, fondatore della Basilica di sant’Andrea.
Luca Brusotto dal 2009 al Museo Leone è responsabile delle Collezioni Librarie e Storico Documentarie. Egli ha curato la mostra “Jean de Soisy e gli altri”, e con Giovanni Ferraris e Anna Maria Rosso il catalologo della mostra, in corso, “Gli eroi ritrovati…” dedicata ai 150 anni dell’Unità e voluta da Amedeo Corio anche come impegnativa iniziativa di grande importanza didattica per gli adolescenti e i giovani.