Con la “Francigena” a piedi contro l’inquinamento

Giancarlo Musso e Dino Olivetta  da anni si sono appassionati a fondo  sul tema della “Via Francigena”. E con il loro gruppo hanno fatto nascere a Vercelli una cultura che solo apparentemente riguarda la storia medioevale. In realtà la “Cultura francigena” riguarda la nostra epoca che richiede ponderazione e rispetto dell’ambiente le cui caratteristiche,  talvolta violentate, si colgono  negli Stati   che oggi procedono qualche volta  in modo addirittura illogico e  parossistico.
Il patto di ottanta comuni della Pianura Padana, capofila Torino e Milano, contro l’inquinamento e per una strategia che lo combatta, stipulato venerdì 19 febbraio nel capoluogo lombardo, ha ancor più dato attualità alla  “Via Francigena” che, nell’intendimento di Giancarlo Musso e Dino Olivetta, come già nelle epoche medioevali dovrebbe, per così dire, avere “due capolinea”: il Santuario di San Giacomo di Compostela e la Città del Vaticano. L’importanza di questo tracciato della antica strada dei pellegrini con i due caposaldi in Spagna e a Roma, forse con un punto intermedio proprio a Vercelli, o comunque nella Pianura Padana, ormai non sfugge più. Musso e Olivetta, giovedì 25 febbraio ne  hanno trattato nella sala delle riunioni del Circolo Ricreativo di via Galileo Ferraris, anche sede del Kiwanis Club vercellese. L’iniziativa è stata promossa e organizzata dal club vercellese, presieduto da Gianni Marino. La “Via Francigena”, che oggi collega idealmente il Nord del continente a Canterbury, in Inghilterra nella Contea del Kent, e il Sud, è un trait d’union di valore europeo, culturalmente fondamentale per contribuire a accelerare la integrazione, qualche volta ancora  problematica, dell’Europa. Specialmente in questi ultimi anni, l’aspetto davvero senza tempo, è stato evidenziano e analizzato sia dalla pubblicistica storica, sia da quella geopolitica e economica. Ancor più, adesso, si aggiunge  l’argomento della difesa ambientale di tutto il continente già ampiamente  indicato in questi anni  dall’Unione Europea, sempre più minacciato dall’inquinamento che, secondo gli scienziati, determinerà sempre più deterioramenti anche meteorologici, con conseguenze drammatiche o tragiche. I tracciati antichi, prima formatisi in epoca longobarda, quindi in epoca di dominazione dei Franchi, richiamano l’attenzione su un aspetto: le radici dei nostri territori (vercellese e Pianura Padana compresi) sono affondate  nei secoli (VI, VII, VIII) in cui la “Via Francigena”, o le “Vie Francigene”, nacquero costellate di cattedrali, santuari, hospitali da cui sarebbe poi venuta la organizzazione assistenziale e sanitaria in Italia e in Europa che ora noi conosciamo. E proprio di questo, con i moderni  metodi illustrativi  offerti dal digitale, parleranno Giancarlo Musso e Dino Olivetta.