Droghe da sballo

Le cosiddette “droghe da sballo” stanno sempre più diventando un problema: prima di tutto sotto il profilo della corretta crescita degli adolescenti e dei giovani; e, poi, per il numero  in aumento degli incidenti stradali nei quali siano coinvolti giovani  e che, ancora recentemente, sono stati evidenziati con molta preoccupazione dall’Automobile Club. Il Kiwanis International - Club di Vercelli, di cui è presidente Germano Giordano -  si sta occupando del tema  che rientra  nei suoi  programmi generali in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, attuati in difesa dei bambini e dei ragazzi.

Giovedì 28 maggio, nella sala dei convegni del Circolo Ricreativo di Vercelli, in via Galileo Ferraris, il Kiwanis Club cittadino ha proposto una serata con questo titolo: “Le droghe da sballo”. Relatrice  della serata è stata Marina Calligaro, della Università di Milano. La dottoressa Calligaro, biologa e consulente di medicina forense, appunto  sulle “droghe da sballo” sta conducendo particolari ricerche.

Per molti aspetti la sua conferenza prosegue ed arricchisce un discorso avviato, proprio in questo anno sociale, dal presidente del Kiwanis Club  dottor Giordano, medico legale e dello sport, nonché dal Consiglio Direttivo del Club di servizio vercellese. Il Kiwanis infatti, con la collaborazione e la consulenza delle autorità scolastiche provinciali, ha predisposto un progetto nazionale, ma anche articolato a livello regionale e locale, a cui è stato dato il seguente titolo: “Vincere con la prevenzione e la cultura l’alcolismo giovanile” il quale – lo sottolineano  gli studi degli ultimi mesi – si aggrava con il contemporaneo  uso di droghe leggere e pesanti. La fascia anagrafica più esposta è, purtroppo, quella compresa fra i 10 e i 16 anni. Senza una costante azione di prevenzione  e una attenta vigilanza, l’effetto negativo sulle fasce adolescenziali è anche  accentuato da una eccessiva influenza della multimedialità, come hanno autorevolmente  evidenziato il professor Giovanni Bollea, neuropsichiatra infantile e un recente studio della Società Italiana di Pediatria.