I Piemontesi in cinque secoli, i loro abiti e a tavola

In Piemonte, come vestivamo, e a tavola quali cibi comparivano? Senza girare la domanda agli storici e alla cultura regionale per i secoli che ci separano dal Medioevo, in queste settimane basterebbe soffermarsi sui vestiti settecenteschi di Bela Majn e Bicciolano. Oppure, soffermarsi sull’abbigliamento rappresentato dagli affreschi quattro-cinquecenteschi di Gaudenzio Ferrari in San Cristoforo a Vercelli. O anche sfogliare il poema sul riso del veronese Giovan Battista Spolverini e ammirare le incisioni di scuola veneziana che corredano il volume il quale, per primo, descrisse la coltivazione del cereale arrivato nel XV secolo grazie a Ludovico il Moro signore di Milano e alla Repubblica di Venezia.
I quesiti, di storia regionale e di sociologia, sono stati sollevati da Rachele Orsani, presidente del Kiwanis Club di Vercelli, associazione che sempre più si occupa della cultura, oltre che fortemente della tutela dei bambini. E le risposte sono state individuate con la collaborazione di Gabriele Marazzina, critico d’arte torinese il quale opera professionalmente in tre regioni: Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta. Marazzina che si è laureato a Torino in storia dell’arte e che ha collaborato con il Centro Pannunzio del capoluogo subalpino, con l’associazione culturale Le Grange di Crescentino e con il Museo Leone di Vercelli, su invito di Rachele Orsani e del Kiwanis Club, giovedì 28 gennaio al Circolo Ricreativo vercellese svilupperà questo tema, con le caratteristiche e la moda nel corso di cinque secoli. Questo il titolo della sua conferenza: Come vestivano i Piemontesi dal Medioevo al Settecento. Gabriele Marazzina, anche cultore di storia enogastronomica, forse accennerà anche alla panissa, nata nel pieno dei cinque secoli per sfumare i contadini e la plebe o le ricche tavole dei signori di cui anche si trova traccia in un viaggio di Torquato Tasso. Il poeta a Borgovercelli fu ospite di un nobiluomo terriero della zona e gustò i suoi piatti a base di cacciagione e di altro di cui si nutriva la popolazione più fortunata.