Cattedrali italiane difese dal marketing e dagli accordi con le curie vescovili sul rispetto del culto

(en.vi.) Invitato dal Kiwanis Club di Vercelli, presieduto da Rachele Orsani, giovedì 10 marzo Mario Lorenzoni, già resposabile della “fabbriceria” del Duomo Senese, dedicato a Santa Maria Assunta, ha parlato della nascita delle “fabbriche” per tutelare le nostre cattedrali (in Italia più di 500) nonché per favorire l’accesso dei fedeli nelle stesse.
La esperienza di Lorenzoni, farmacista e manager di multinazionali del farmaco, è durato anni. E la curia di Siena lo ha prescelto proprio per queste qualità professionali. Infatti a Siena, proprio per valorizzare il Duomo di Santa Maria Assunta, la curia arcivescovile cercava appunto un manager, magari digiuno di storia dell’arte ma abile a far quadrare i conti, fondamentali per i programmi di restauro della cattedrale. E Lorenzoni, nominato presidente dell’Opera Metropolitana di Siena, si mise all’opera avendo presenti questi due criteri: i fedeli, con la curiosità stimolata per le chiese e le opere d’arte in generale, come in un museo e come all’estero debbono pagare il ticket per la visita; l’accesso per ragioni di culto, come del resto è in tutte le cattedrali, deve essere regolato con un accordo con le curie vescovili. Inoltre, debbono essere tenute presenti le “fabbricerie”, regolate da statuti simili e istituzioni giuridiche di diritto privato. Infatti questa specifica caratteristica consente ai propri responsabili, allo scopo di recuperare i capitali necessari per i restauri, di muoversi su due fronti: sul fronte pubblico, in particolare lo Stato che per le opere d’arte ha precisi doveri di investimento; e sul fronte privato, come anche in passato è accaduto per cattedrali e basiliche. In più, nei responsabili delle “fabbricerie” deve essere ben presente la dignità di una cattedrale da tutelare, mettendola al riparo dalla maleducazione del pubblico e dei visitatori, i quali, in genere, scambiando le opere d’arte nuclei centrali di una discarica, dimenticano lì qualche volta montagne di rifiuti.
Trattandosi dell’applicazione di aspetti particolari del marketing, intrecciato con le esigenze primarie del culto, più delle parole centrano le cifre come in qualsiasi azienda ben condotta. E a proposito di Santa Maria Assunta di Siena, Mario Lorenzoni le principali di queste cifre le ha richiamate. Inizialmente, applicando il marketing e il coerente rispetto del culto, trattandosi comunque di un luogo sacro, i visitatori furono ottantamila. Adesso sono un milione duecentomila. In sede di interventi e restauri anche condivisi dai fedeli, con l’assenso della Curia negli anni della presidenza dell’Opera della Metropolitana di Siena di Mario Lorenzoni, all’Opera stessa sono affluiti 30 milioni di Euro provenienti da pubbliche istituzioni ma anche da privati. Gli investimenti hanno valorizzato le opere d’arte della Cattedrale di Santa Maia Assunta fra cui i sottotetti trasformati in museo degli strumenti di lavoro di quanti avevano operato nella grande chiesa, oppure il battistero, o le opere di altri grandi scultori e artigiani. Tutto questo, anche confidando nel reperimento di altri capitali pubblici e privati, sembra per il futuro aprire nuove prospettive per il Duomo di Siena. Sullo sfondo della “conferenza operativa” di Mario Lorenzoni, sollecitata dal Kiwanis Club di Vercelli, la basilica vercellese di Sant’Andrea, coeva di Santa Maria Assunta con l’inizio della sua costruzione nel XIII Secolo. Sant’Andrea, per cui è appena stato realizzato il logo, è al cento di un appassionato dibattito come, in genere, sta accadendo per la maggior parte delle oltre 500 basiliche che connotano i singoli territori italiani.