Per la febbre dei campi attenti all’airone cinerino

Il professor Franco Carcò, già primario del reparto di malattie infettive dell'Ospedale Sant'Andrea, giovedì 9 giugno al Circolo Ricreativo di Vercelli ha parlato delle malattie infettive che, senza profilassi, ci aspettano a causa della globalizzazione e degli spostamenti sulla Terra per lavoro o per turismo. La serata, assai seguita dato l'argomento anche alla vigilia delle vacanze in Italia e all'estero, è stata promossa dal Kiwanis Club di Vercelli, presieduto da Rachele Orsani. Il conferenziere è molto noto per il suo lavoro professionale e per le sue migliaia di pubblicazioni sulle malattie infettive: dalle più banali influenze all'ebola e alla Zica Virus, un morbo che riguarda le donne incinte e che minaccia di compromettere le olimpiadi in Brasile per il timore del contagio.
La conferenza di Carcò si è conclusa con due figure significative della situazione: un grande aereo con il quale ormai andiamo in ogni punto del globo; e un barcone carico di migranti che raggiungono l'Europa e le nostre coste. A proposito dei migranti, va osservato che il richiamo ad essi è soltanto scientifico, in relazione alle malattie che con i migranti anche trasmigrano. Infatti, è stato osservato che in Europa, dove la tubercolosi era stata debellata, sono comparsi ceppi nuovi più difficili da curare e dove il contagio è ritornato possibile. Questo problema sanitario si aggiunge a tutti gli altri che riguardano i migranti e di cui tratta la stampa internazionale, talvolta drammatizzando ed esagerando, come nella conferenza Carcò ha annotato.
Franco Carcò si è inizialmente soffermato su un concetto generale dal quale discendono tutte le malattie infettive: gli animali, comprese le zanzare, veicoli dei virus che poi vanno in giro e determinano contagi. Così fu nel Medioevo e nel XV Secolo per la peste, una malattia mortale diffusa dai topi. E così è per tante malattie infettive moderne che si combattono con le profilassi per applicare le quali si richiede sempre più anche la collaborazione dei viaggiatori. Ogni sintomo al ritorno di un viaggio va segnalato al proprio medico nonché alle autorità sanitarie. I sintomi della malaria o di altre febbri se trascurate determinano guai consistenti come affezioni al nostro sistema cerebrale o renale.
Anche prendendo spunto dalle celebrazioni in corso per ricordare il contratto in risaia del lavoro lavorativo di otto ore, concluso nel 1906, il professor Franco Carcò ha anche parlato della "febbre dei campi", scientificamente meglio conosciuta come leptospirosi diffusa in risaia dalle urine o dalle deiezioni dei ratti o dell'airone cinerino. Negli anni in cui in risaia lavoravano migliaia di mondariso con gli arti immersi nell'acqua, studi attenti sulla leptospirosi furono fatti dall'Ospedale Sant'Andrea di Vercelli, in particolare dal primario professor Mino, specialista di malattie infettive. Il professor Carcò ha commentato: i lavori scientifici del professor Mino e la sua figura dovrebbero anche essere ricordati oggi. La leptospirosi non è più "febbre dei campi" in risaia ma può ancora essere contratta da pescatori o da lavoratori che, comunque, avendo anche impercettibili ferite agiscono immersi nell'acqua di fiumi, canali, rogge. Carcò ha anche accennato all'HIV con effetti ancora disastrosi in Africa, Asia, Sud America che in parte in Europa è stato dominato con farmaci ma che gli ammalati debbono prendere per tutta l'esistenza nonché al chinino contro la malaria che ha ritrovato la sua efficacia ma che le case farmaceutiche trascurano perché è un medicamento che costa poco. L'infettivologo ha insistito particolarmente sui giovani esposti più di un tempo all'HIV che si diffonde "per via sessuale". E ha osservato: tenendo conto che la media dei rapporti sessuali dei giovani è diminuita, un tempo si facevano lezioni e conferenze informative nelle scuole. Adesso non più.
La conviviale del Kiwanis Club di Vercelli, dove il giornalista Gian Luca Marino ha presentato un suo documentario sul "valore economico" della Martini & Rossi dai soci visitata nello scorso maggio, è stata importante per un'altra circostanza legata alle malattie infettive: il premio George F. Hixson assegnato a quanti hanno donato 1000 dollari per sostenere il programma "Eliminate", avviato per combattere in Africa e in Asia con un vaccino il tetano nelle puerpere e nei loro bambini. Il riconoscimento internazionale è stato assegnato al Kiwanis Club di Vercelli. E la presidente Rachele Orsani lo ha conferito a Piero Castello, presidente nel precedente anno sociale durante il quale egli si diede molto da fare, appunto per il sostegno al programma "Eliminate" nonché alle iniziative locali a favore dei bambini vercellesi.