La Sesia e l’Agogna, il giallo dei due fiumi di risaia
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- Venerdì, 17 Novembre 2017
Questa realtà di 12000 anni, che tanto ha appassionato gli studiosi di archeologia, non tutti d'accordo, giovedì 23 novembre sarà illustrata dal professor Giovanni Ferraris, presidente emerito della Università di Torino e presidente della Società Storica di Vercelli al Circolo Ricreativo vercellese.
A invitare il professor Ferraris, originario di Prarolo, è stato il Kiwanis Club di Vercelli presieduto da Franco Conti il quale, nella stessa circostanza, avvierà una serie di conferenze dedicate al territorio vercellese e a quelli confinanti. Il principale argomento della conferenza di Ferraris del 23 novembre sarà, appunto, il "giallo" dei due fiumi Sesia e Agogna da cui, fra l'altro, dipende la coltivazione del riso, portato nel Vercellese dai Benedettini con una fattoria-convento a Lucedio (Trino) e più tardi dal duca di Milano Ludovico Il Moro che gestita una grande azienda agricola a Vigevano.
Nel contesto territoriale la Sesia sarebbe stata più spostata rispetto all'attuale corso, sicché si era creduto che si sovrapponesse al torrente Agogna o corresse parallelo a questo corso. Una chiave di lettura del "giallo" dei due fiumi sono i resti magistralmente costruiti dalla amministrazione romana in Regione Mantia, in comune di Motta dei Conti. Ed evidenzierà il professor Giovanni Ferraris: "...si è sovente fatta l'ipotesi che anticamente la Sesia potesse scorrere più ad est, all'incirca dove ora si trova l'Agogna. Un'analisi della natura geologica del territorio situato fra Sesia e Agogna, mostra chiaramente l'inconsistenza di tale ipotesi, in quanto terreni recenti – cioè con un'età inferiore a poche migliaia di anni – si trovano solo in una ristretta fascia lateralmente alla Sesia".
Nell'area a cavallo fra il Piemonte Orientale e la Lombardia nel IV Secolo, all'epoca di Sant'Eusebio, gli storici tramandano che proprio allora si formò la giurisdizione ecclesiastica fino alle importanti parrocchie di Biandrate e Robbio nonché, attraverso i possidenti del tempo e la bonifica, si formò il terreno come lo conosciamo oggi.