2008: We Build al “Borgogna” patrimonio di Vercelli

Il Museo Borgogna, istituito nel 1906 – ossia 102 anni fa – è un patrimonio di Vercelli, del Piemonte e italiano. Sabato 7 giugno, coerentemente con questa convinzione che ribadisce la ricchezza culturale di una città e di una regione, l’avvocato Francesco Ferraris, da un quarantennio presidente del Consiglio di Amministrazione della istituzione, ha ricevuto il We Build – Noi costruiamo – dal Kiwanis International, Club di Vercelli presieduto dal dr. Antonio Raineri. Il riconoscimento, nella cornice della sala dei ricevimenti e delle manifestazioni pubbliche del “Borgogna”, in questi anni sostanzialmente rinnovato da un punto di vista espositivo e delle iniziative, intende evidenziare il suo ruolo preminente per la conoscenza dell’arte, in particolare pittorica, italiana ed europea. Ma il conferimento all’avvocato Ferraris del We Build – premio ideato dal Kiwanis International negli anni Venti del secolo scorso allo scopo di esaltare  le benemerenze di chi costruisce davvero per la società e per la cultura – richiama sul “Borgogna” anche altri aspetti: della pubblicistica d’arte e storica, delle grandi mostre, della fotografia con indubbio valore creativo e documentaristico in parte alla base dei movimenti della pittura dell’800, fra cui l’Impressionismo e il Futurismo. I primi scritti nonché le prime ricerche dedicate ad Antonio Borgogna e al museo a lui intitolato risalgono agli ultimi decenni del XIX Secolo. Da allora i volumi si sono susseguiti fino ai primi anni Duemila. Impegnative mostre –per esempio dedicate ad Antonio Bazzi detto il Sodoma e a Gaudenzio Ferrari – hanno cadenzato gli anni di riordino e di marcata evoluzione verso una concezione moderna  dell’allestimento museale. Un grande esperto di livello internazionale dell’arte fu Vittorio Viale che, fra l’altro, nel 1969, firmò anche il primo catalogo completo del Museo Borgogna. Al “Borgogna” appartengono anche i Fondi dei fotografi Pietro Masoero e Andrea Tarchetti i quali, nella loro esplicazione artistica, furono influenzati da Nadar presso il cui studio parigino fu allestita la prima mostra dedicata agli Impressionisti nonché dai fotografi torinesi. In uno studio fotografico di via  Po, anche riferimento per Masoero e Tarchetti, iniziò la sua carriera artistica il torinese  Giacomo Balla, uno dei massimi pittori futuristi, amico e seguace di Tommaso Filippo Marinetti e di Boccioni. Con Antonio Borgogna, fra l’ultimo  800 e il primo 900 le collezioni d’arte – tra cui “Per ottanta centesimi” di Angelo Morbelli – assunsero un significato diverso nell’ambito della risaia e della civiltà contadina anche testimoniata dalle opere di pittori fiamminghi e olandesi esposti in una apposita sezione del museo. E il 7 giugno il We Build del Kiwanis Club di Vercelli desidera sottolineare tutto questo, riproponendolo a Vercelli.