Quattro domande alla dottoressa Laura Porzio per la conferenza al Kiwanis Club di Vercelli del 9 febbraio
Ma per quanto riguarda il nucleare, da tenere sotto vigilanza come in Piemonte fa la dottoressa Laura Porzio, il ragionamento è diverso. Riguarda gli incidenti nelle centrali negli Stati Uniti o a Cernobyl in Ucraina o in Giappone che i mass media trattano non sempre con cognizione di causa, propagando vero e proprio terrore immotivato, che è addirittura diventato un “terrore ancestrale”, provocato alla maniera delle pestilenze medioevali. La dottoressa Porzio alle quattro domande del Kiwanis Club vercellese ha dato altrettante risposte. Che riguardano la centrale in smantellamento di Trino, il “sito nucleare di Saluggia” che anche riguarda la nostra salute, nonché altri impianti funzionanti in Piemonte. Laura Porzio, che anche ha lavorato all’Asl di Vercelli, ha frequentato il Liceo Scientifico a Novara e la Facoltà di matematica e Fisica alla Università di Milano. Il suo lungo curriculum evidenzia un aspetto in particolare: per vigilare e essere sempre consapevoli della progressione della scienza, è indispensabile utilizzare l’aggiornamento sistematico. Dando anche le indicazioni all’opinione pubblica, talvolta confusa e disorientata. Ecco le risposte all’intervista a Laura Porzio. Ci auguriamo, così, che il disorientamento, il quale talvolta si trasforma in semplici “luoghi comuni”, si attenui.
- La popolazione, forse per poco aggiornamento o per le interpretazioni strumentali dei mass-media, ha un vero e proprio terrore per le “radiazioni atomiche”. E’ nel giusto e, se si, in quale reale misura?
Il rischio nucleare non va mai sottovalutato ma, come dimostrano le esperienze di alcuni paesi esteri quali la Francia o la Svezia, dimostra che la conoscenza è uno strumento essenziale per la popolazione che vive nei territori sede di impianti nucleari.
- Anche l’Arpa del Piemonte annovera in una specifica sezione il nucleare e i suoi effetti, anche se in provincia di Vercelli la “Enrico Fermi” è chiusa e alla Sorin di Saluggia, a parte il lavoro, è fatto scarso riferimento. I timori sono giustificati e da quali altre fonti provengono le asserite radiazioni?
Per quanto riguarda in particolare la provincia di Vercelli possiamo dire che presso la Centrale “Enrico Fermi” di Trino sono state avviate le prime attività di disattivazione.
Presso il sito di Saluggia invece – dove oltre al complesso Sorin sono insediati due impianti nucleari – sono state avviate importanti attività quali la costruzione dell’impianto di solidificazione dei rifiuti radioattivi liquidi presso l’impianto Eurex-SO.G.I.N ed il trasferimento del combustibile nucleare irraggiato dal Deposito Avogadro verso un impianto di riprocessamento in Francia.
Tutte queste attività, unitamente alla presenza sul territorio di circa il 70% dei i rifiuti radioattivi a livello nazionale, producono un potenziale impatto radiologico sull’ambiente e sulla popolazione, situazione che rende imprescindibili le attività di monitoraggio e controllo effettuate da Arpa Piemonte ai sensi della normativa vigente in materia sono la garanzia.
- Gli esperti talvolta si lamentano perché ritengono che ci sia scarsa formazione verso il nucleare, d’altra parte utilizzato per molte ragioni: in medicina, in metallurgia, per la ricerca in generale. E’ tutto dovuto alla nostra scarsa educazione scientifica?
Non bisogna però dimenticare che le modalità di interazione con la materia delle radiazioni ionizzanti sono le stesse e che le problematiche che derivano dal loro utilizzo sono sovrapponibili, seppure su scala diversa.
- Il secolo appena incominciato è stato chiamato il “secolo dell’inquinamento”, anche alla base degli sconvolgimenti meteorologici che stanno mutando la vita sui nostri territori. Ma è proprio così, e riusciremo a liberarci dagli inquinamenti, compresi quelli nucleari che in ampia misura riguardano anche il sostegno dell’economia e la produzione di energia preziosa?
A livello nazionale è stato avviato l’iter per l’individuazione del sito che ospiterà il Deposito Nazionale, cioè la struttura ingegneristica di superficie ove gestire in sicurezza tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina, industriali e di ricerca.