La gigantesca torre idrica del Lucca

Tra Ottocento e Novecento, ai tempi del sindaco Piero Lucca poi diventato senatore e  trasferitosi a Roma dove divenne sottosegretario all’Interno, la basilica di Sant’Andrea la scampò:  una gigantesca torre idrica, alta più di 40 metri e che sarebbe stata in competizione con le torri del monumento rovinando le prospettive di quest’ultimo, alla fine fu accantonata. I milanesi, che in quel periodo esercitavano molta influenza su Vercelli, con una  consulenza sentenziarono che il progetto della mastodontica torre era sbagliato, tanto che in Lombardia non si praticavano più scelta del genere. E allora Piero Lucca accantonò definitivamente il progetto, cosicché l’ampliamento del servizio idrico cittadino, alimentato dai pozzi artesiani “di profondità" prese un’altra strada tecnica, con trivellazioni che non avevano necessità di mandare l’acqua in alto, facendola poi cadere nella rete di distribuzione.
Questa circostanza tecnologica, poco conosciuta storicamente, giovedì 8 gennaio è stata richiamata da Federico Perini, responsabile del servizio idrico integrato che assicura l’acqua potabile a Vercelli capoluogo del territorio anche denominato “terre d’acque”. Perini è stato invitato dal Kiwanis Club vercellese presieduto da Piero Castello che durante la conferenza si è assegnato simpaticamente il compito di “agente provocatore” per evidenziare la salubrità attuale del patrimonio idrico cittadino. Anzi, Federico Perini, che attualmente anche cura l’archivio storico idrico di Atena, ha per una serata  reso disponibile in visione la documentazione riguardante la “torre del Lucca” mai costruita, e anche relativamente al mito di un grande lago sotto Sant’Andrea. In realtà, il lago è soltanto un grande serbatoio idrico realizzato negli anni del sindaco Lucca, coincidente con un “parco idrico” che adesso l’Atena, anche con finalità didattiche per i giovani, sta  completando nella zona del vecchio ospedale psichiatrico, realizzato negli anni Trenta dalla Provincia e in stato di abbandono dopo  l’abolizione dei manicomi.
Finalità della conferenza di Federico Perini, anche dedicata alla risorsa idrica di Vercelli, oggi eccellente e pressoché oligominerale, è stata quella di fornire elementi per arrivare a questa conclusione: dai rubinetti della città esce ormai acqua di bassa durezza, senza più ferro, manganese e contenuti solforosi. Dall’Ottocento ad oggi non è sempre stato così. Per il sistema idrico integrato, fino al 1996 con l’immissione in rete di acqua tal quale proveniente direttamente dai pozzi, negli ultimi anni è stato allestito un sistema assai complesso, di estrema sicurezza, dove anche i batteri “lavorano” in funzione della purezza delle acque garantite ai vercellesi. Questo ha comportato la dismissione di vecchi pozzi sostituiti dai nuovi, tutti in trivellazioni basate su profondità oltre i cento metri e su tubi in acciaio inox. Inoltre, il continuo monitoraggio sulla pressione della rete e sulle condizioni  dell’acqua, evita disservizi e altri problemi riguardanti l’utenza. Questo comporta, però,  sensibili investimenti economici che, se la proposta del presidente Castello sarà accolta dai soci, verranno affrontati in altra circostanza dal Kiwanis Club di Vercelli, ovviamente anche in relazione al presunto  onere delle bollette e alla puntualità costante del servizio. Durante la conferenza è anche stato affrontato brevemente il problema dei pesticidi. A Vercelli città, secondo Federico Perini, non ci sono pericoli di sorta per l’acqua potabile. Un po’ diverso potrebbe essere per il territorio circostanze a Vercelli. Intanto, nella serata dell’8 gennaio il Kiwanis Club di Vercelli ha accolto un nuovo socio. E’ Mario Barasolo, musicista e già direttore del Coro Viotti.